Nuvole Bianche - Ludovico Einaudi - Approfondimenti e trasposizioni chitarristiche

Oggi vi volevo parlare della mia versione di Nuvole Bianche, magnifico brano di Ludovico Einaudi.

Immagine tratta da YouTube
Il video in questione, che vedrete pubblicato più avanti, è il video con cui ho ottenuto più visualizzazioni. Da poco ha superato le 8 mila. Per festeggiare è pronto anche lo spartito con tablatura della mia versione chitarristica! Eccovi un'anteprima.
Per ulteriori informazioni scrivetemi!



Beh... che altro dire su Einaudi? Lo conosciamo tutti. Decorato con Ordine al merito della Repubblica Italiana, concerti in tutti il mondo, milioni di dischi venduti, molte colonne sonore. La stessa Nuvole Bianche, che vi faccio sentire tra poco, è stata usata in vari film e serie TV (ad esempio, This is England '86 (2010)), (contrariamente a quanto si pensa, il successone The Intouchables - Quasi Amici (2011) non contiene Nuvole Bianche, bensì Una Mattina, Fly e qualche altro brano dello stesso autore).

Viene considerato uno dei migliori esponenti della musica per pianoforte. Ovvio che l'ascoltatore profano azzarda spontaneamente l'accostamento con Allevi. Però si tratta di due cose enormemente differenti. Allevi è molto più melodico, e la sua musica è progettata per piacere. Mentre, in parole povere, ad Einaudi di piacere non gliene frega nulla: è una musica molto più introspettiva, minimalista, lineare, essenziale.

A me piacciono entrambi in modi diversi. Einaudi è unico nell'emozionare con poche note. Ad esempio, Nuvole Bianche è 4 accordi. Il classico giro armonico che c'è nella stragrande maggioranza delle canzoni pop. Eppure, con quel giro di accordi, infioretta in sequenza una serie di evoluzioni melodiche in crescendo, che emozionano come solo i veri compositori sanno fare.

L'argomento delle trasposizioni tra strumenti è sempre stato spinoso, anche nei panorami più puramente classici e di conservatorio. C'è chi li bandirebbe completamente, adducendo che ogni strumento ha le sue caratteristiche. Chi invece porta come esempio Asturias, il pezzo più celebre per chitarra classica, che in realtà è una trasposizione da pianoforte. Nonostante ciò, è più famosa la versione per chitarra che l'originale.

Io personalmente sono un sostenitore. Tant'è che non è la prima volta che mi azzardo a fare cose simili. Ci ho già provato con altri due video. Uno è "River Flows in You", il brano di Yiruma contenuto nella colonna sonora di Twilight, ma nonostante questo è un bel brano ;).
Purtroppo per me, a distanza di poco tempo ne ha fatto una trasposizione per chitarra anche il mostro coreano Sungha Jung, già noto in tutto il mondo come prodigio-macina-note. Di conseguenza mi ha rubato la scena e quel video non me l'ha visto nessuno. Ma comunque, eccolo qui. Almeno voi, guardate la mia versione, il mostro coreano ne ha già troppe di visualizzazioni... non ne ha bisogno...




Con il buon Allevi invece è andata meglio. La mia versione di Go With the Flow è sempre ben vista, ancora oggi riceve qualche commento ogni tanto. Sì... la qualità video è quella che è... a quei tempi avevo quei mezzi. Abbiate pazienza...



Il pianoforte e la chitarra sono due strumenti più simili di quanto si possa pensare inizialmente. Sono entrambi polifonici, entrambi a corda, quindi entrambi dotati di un suono che svanisce, con un decay pari a zero e un lungo release. Ovvio che il pianoforte ha una libertà maggiore e un range di note suonabili più ampio. Il che ne fa forse lo strumento più completo che esiste. La chitarra non ha queste libertà. Quindi spesso il traspositore è costretto a fare delle posizioni della mano sinistra assurde e "spacca-dita", cercando però al contempo di mantenere il suono liscio, leggero e lineare, caratteristica imprescindibile dei bei pezzi per pianoforte. Il risultato è un pezzo arpeggiato, quasi per nulla virtuoso, e che lì per lì ai poco esperti non sembra poi difficile. In realtà per i motivi suddetti è difficilissimo. Se il chitarrista lo esegue fluidamente nonostante l'assurdità delle posizioni, è bravissimo. Anzi, io preferisco questo tipo di bravura a quella dei fenomeni da baraccone che suonano centinaia di note al secondo, senza un barlume di significato musicale. Lì si vede il chitarrista che è più interessato a fare musica piuttosto che a far vedere quanto è bravo.

Ed eccola qui.



Spero che vi sia piaciuta, e spero di aver suscitato un certo interesse sul mondo delle trasposizioni. Ovviamente qualsiasi domanda, commento, critica è ben accetta!

Alla prossima - Gionata